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2010-07-15
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2010-07-15
Il controllo della società di distribuzione potrebbe passare alla Cassa Depositi e prestiti
L'Authority per l'energia: via il gas da Eni
Ribadita dal presidente Ortis la necessità di scorporare Snam per evitare concentrazioni e favorire i consumatori
Il controllo della società di distribuzione potrebbe passare alla Cassa Depositi e prestiti
L'Authority per l'energia: via il gas da Eni
Ribadita dal presidente Ortis la necessità di scorporare Snam per evitare concentrazioni e favorire i consumatori
Alessandro Ortis, presidente dell'Autorithy per l'energia (Ansa)
Alessandro Ortis, presidente dell'Autorithy per l'energia (Ansa)
ROMA - Dalla separazione di Snam Rete Gas da Eni potrebbero derivare benefici per il mercato e i consumatori. Infatti nel settore del gas rimane ancora "molto da fare" per proseguire nella liberalizzazione dato che l’operatore dominante, Eni, "controlla ancora il 92% delle infrastrutture di import e il 65% delle immissioni sul mercato". Di qui anche il ritardo sulle infrastrutture di stoccaggio. Il presidente dell’Autorità per l’Energia, Alessandro Ortis, nella sua relazione al Parlamento ribadisce il proprio monito per una separazione proprietaria di Snam Rete da Eni, per la quale è atteso da anni un decreto, e propone una cessione del controllo alla Cassa Depositi e prestiti. A ricavarne vantaggi sarebbero proprio i consumatori, il mercato e la stessa Snam.
"FAVORIRE LA CONCORRENZA" - "Il nostro paese - spiega Ortis - resta fortemente dipendente dal petrolio, sul quale continua a pesare il rischio della speculazione, e dal gas ed è penalizzato dalla scarsità di infrastrutture (gasdotti, rigassificatori, stoccaggi) nel settore del gas. Sul ritardo nello sviluppo degli stoccaggi pesano in particolare ritardi e omissioni da parte di Eni. Da qui la necessità di correttivi per favorire la concorrenza anche attraverso la separazione della rete di trasporto di Snam Rete Gas". Per questo Ortis suggerisce "un passaggio del controllo di Snam da Eni a Cassa depositi e prestiti", che - spiega - "farebbe certamente bene al mercato, ai consumatori e allo stesso sviluppo di Snam, che si potrebbe proiettare anche oltre i confini nazionali; una proiezione che faciliterebbe analoghi indirizzi di altri Paesi della Ue, verso meno discriminazioni, più sviluppo, più coordinamento ed integrazione nello strategico sistema di trasporto continentale".
I COSTI DELL'ENERGIA - Ortis ha inoltre rilevato che in Italia le bollette dell'elettricità sono più care del 25 per cento. Pesa per il 15 per cento il mix energetico adottato rispetto ad altri Paesi, ma il resto è dovuto ad oneri di sistema. Il presidente dell'autorità garante ha auspicato "una revisione della durata e del livello delle incentivazioni, con particolare attenzione al solare fotovoltaico; una correzione dei malfunzionamenti del mercato dei certificati verdi. Senza interventi, c'è il forte rischio di un aumento delle bollette fino a oltre il 20%, da qui al 2020" ha detto sottolineando come nel 2010 il costo di incentivazioni delle rinnovabili supererà i 3 miliardi di euro , quasi il 10 per cento del costo annuale del sistema elettrico. "Considerando che l'energia incentivata è dell'ordine dei 20 miliardi di kWh, l'incentivo medio risulta pari a circa il doppio del valore dell'energia prodotta; così paghiamo l'energia incentivata 3 volte quella convenzionale".
Redazione online
15 luglio 2010
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2010-07-15
Ortis: prezzi del gas più alti del 10% rispetto alla media Ue
Cronologia articolo15 luglio 2010Commenta
Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2010 alle ore 12:56.
I prezzi all'ingrosso del gas in Italia sono più alti del 10% rispetto agli altri mercati europei per la "scarsa concorrenzialità del mercato nazionale, con un operatore dominante in tutte le fasi della filiera". Lo ha sottolineato il presidente dell'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas, Alessandro Ortis, nella sua relazione annuale al Parlamento.
Per i prezzi all'ingrosso del gas, ha ricordato, "non esistono ancora riferimenti trasparenti, in assenza di veri e regolati mercati italiani spot o a termine. Tuttavia, sulla base di informazioni ben note, il gas in Italia è più caro mediamente di 3-4 centesimi di euro/metro cubo, ovvero di oltre il 10% rispetto ai mercati all'ingrosso europei".
Secondo Ortis "per tale differenza non sussiste una valida motivazione tecnica, salvo quella legata alla già lamentata scarsa concorrenzialità del mercato nazionale, con un operatore dominante in tutte le fasi della filiera".
Infatti "nonostante il rapido avvio del processo di liberalizzazione, la situazione reale dei mercati resta insoddisfacente. Negli ultimi anni, la disponibilità di nuova capacità per importazione e diversificazione è rappresentata solo dal nuovo rigassificatore di Rovigo e dai potenziamenti di gasdotti esistenti, imposti da autorità nazionali ed europee".
"Il 92% della capacità infrastrutturale per le importazioni - ha rilevato Ortis - resta in mano al Gruppo Eni che, con le vendite oltre frontiera destinate all'Italia, si attesta ancora sul 65% circa delle immissioni".
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MILANO D'UOMO
TARANTO CASTELLO
